Non ha le sopracciglia monobrow, e men che meno i famosi baffetti. Ma in qualche modo a Frida Kahlo un po’ somiglia. A cominciare dal nome. Frida Escobedo, architetto messicana di 39 anni, tra pochi giorni segna una tappa importante nel suo curriculum e nella storia dell’architettura. E’ la più giovane architetto a cui viene commissionato il prestigioso Serpentine Pavilion a Kensington Gardens, Londra, una struttura architettonica commissionata ad architetti famosi e internazionali, che resta aperta tutta l’estate di fronte alla Serpentine Gallery.
Una struttura fatta di semplici tegole, materiale facilmente reperibile e in nessun modo ‘prezioso’, che lascia degli spazi perché la brezza possa filtrare, un luogo pubblico ma intimo, un po’ casa messicana, un po’ padiglione da parco, allineato con il meridiano di Greenwich e parallelo alla Serpentine Gallery. Frida dice di amare l’architettura un po’ imprecisa, e per questo ci piace ancora di più. E anche se non è ancora una ‘archistar’, ha al suo attivo progetti interessanti, come la Casa Negra, alla periferia di Città del Messico, e il ‘palcoscenico civile‘ alla Biennale di Lisbona del 2013.
Nata in Messico, Frida Escobedo ha sempre voluto fare qualcosa che avesse a che fare con l’arte e la creatività, ma era troppo timorosa per diventare un’artista di Belle Arti e nonostante un tutor del liceo le avesse consigliato di diventare chirurgo plastico (curioso suggerimento, tra l’altro; c’entra forse la ricerca del bello?) Frida ha deciso di dedicarsi all’architettura. E non se ne è mai pentita.
Ascolta l’intervista a Frida Escobedo.
Nella stessa settimana un’altra Frida si affaccia alla scena londinese. Si tratta di Frida Kahlo, che arriva in pompa magna al V&A sempre a Londra, in una mostra intitolata ‘Making herself up’. Se pensavi che fosse la stessa mostra presentata al Mudec di Milano hai sbagliato. Qui si tratta di una Frida privatissima, i sui oggetti, i suoi abiti, i sui cosmetici cose mai presentate finora fuori dal Messico.
Tra i vari oggetti – tieniti forte – la sua gamba prostetica infilata in uno stivale rosso fuoco. Perché va bene la disabilità fisica, il dolore e tutto quanto, ma Frida non li lasciava piegare da questi ‘accidenti’ e lo dimostrano le sue foto.