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La mostra “OFF LOOM II Fiber Art/ Arte fuori dal telaio” è una gemma autentica, una di quelle rare occasioni in cui il piacere della visione è intrecciato alla dimensione del ricordo, della leggerezza onirica e della fantasia: tutto grazie alla oreficeria dell’intreccio, dell’annodatura, del filo…  Davvero potrebbe sembrare che Aracne stessa abbia usato cotone e fibre ottiche, lana e canapa per realizzare l’incanto che è stato allestito nelle sale del Museo Nazionale delle Arti e delle Tradizioni Popolari!

Invece, la mostra “OFF LOOM II – Fiber Art” , a cura di Bianca Cimiotta Lami, Lydia Predominato, Mariastella Margozzi, Maura Picciau  (le prime due ne hanno anche ideato il progetto) arriva dopo quattordici anni dalla sua prima edizione, e ha coinvolto  trentaquattro artisti, che hanno usato  non solo  ago e filo, ma materiali prestati alla fluidità e, soprattutto, a una produzione artistica sperimentale, non più realizzata con l’antico strumento del telaio, come si faceva un tempo, ma aperta alle tecniche proprie dell’arte contemporanea.

Il Museo Nazionale delle Arti e delle Tradizioni Popolari, che ha assunto di recente anche il nome, assai respingente in verità, di Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia,  e che soffre della sua collocazione periferica rispetto ai circuiti turistici tradizionali (pur essendo raggiungibilissimo con la linea B della metropolitana) è tuttavia la sua collocazione naturale, essendo lui stesso un’inesplorata miniera di manufatti preziosi della nostra tradizione nazionale.  Questi si legano benissimo con  le fibre dell’attività tessile, antica e attuale: lana e lana di vetro, fibre metalliche e plastiche e cotone, filati sintetici, carta e paglia, seta, spago e fibre plastiche,  fino all’immateriale fibra ottica.

L’OFF LOOM del titolo (fuori dal telaio) sottolinea come la Fiber Art non sempre usi l’antico strumento, ma qualunque mezzo permetta di realizzare una creatività fantastica: dal nodo al video, passando attraverso il cucito, i ferri,il collage, il ricamo,la stampa.

Il nostro è un Paese in cui il concetto di “Arti Applicate” ha sempre stentato ad affermarsi e i pochi musei esistenti in Italia sono, non a caso, solo il risultato di generosi lasciti di collezioni private lasciate spesso nelle stesse dimore in cui sono nate. E’ probabile che un Paese che era ancora contadino nel primo Novecento abbia vissuto con imbarazzo la sua tradizione, laddove invece per esempio il Museum of Manufactures di Londra, oggi il celebre V&A, era nato già nel 1852.

La Fiber Art includeva, nella prima, pioneristica esposizione del 1963 a Losanna, anche artisti che avevano progettato, ma non eseguito, il lavoro, come avvenne per le meravigliose  Mappe di Alighiero Boetti, tessute da donne afgane che così lasciavano il proprio segno. Oggi sono ammessi invece solo autori che eseguono, in tutto e da soli, il racconto figurativo. Alcuni di questi lavori sono giunti in prestito addirittura dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma e  poiché il clima è cambiato l’obiettivo delle  curatrici  – tutte donne – di OFF LOOM é la realizzazione di un nuovo progetto, la Biennale Internazionale di Fiber Art  naturalmente a Roma.

Orario del museo:

da martedi a domenica:
h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h 18.45)
Lunedi chiuso

Trasporti :

metropolitana:
Linea B (eur Fermi)

bus:
30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791.

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