Potente, provocatorio e scioccante. Il volgare è imitazione del bello nata dall’invidia, una minaccia. E’ volere a tutti i costi quello che non possiamo avere o essere. The Vulgar: Fashion Redefined, organizzata a Londra, al Barbican dal 13 ottobre al 5 febbraio 2017, cerca di fare luce sul concetto di volgarità. E lo fa mettendo in mostra abiti e manufatti, dal Rinascimento ai giorni nostri, di sicuro eccessivi ma non sempre veramente volgari.
Possiamo definire volgare un tailleur di Chanel? O un abito, per quanto provocatorio, di Alexander McQueen, di John Galliano o di Vivienne Westwood (be’, diciamo che la tutina color carne con la foglia di fico di paillettes non è esattamente chic).
La mostra, curata dall’esperta di moda Judith Clark e dallo psicanalista (interessante scelta) Adam Phillips, è più interessante nelle intenzioni che nei manufatti. Leggendo le lunghe introduzioni alle varie sale si impara molto sul concetto di volgarità o di volgare (che non sempre ha un’accezione negativa, in fondo è volgare anche la lingua che parliamo, e ce lo ha insegnato Dante). Per il resto è curioso fare un giro e guardare abiti che in realtà non sono peggio di quelli che tutt’oggi si vedono sulle passerelle.