E’ ancora meritatamente sugli schermi italiani il bel film di Cristina Comencini uscito un paio di mesi fa: Latin Lover.
Una rappresentazione miracolosamente armoniosa di un ritratto corale di un’umanità femminile che gira attorno alla memoria e al ricordo (diverso per ognuna) di un uomo che è stato un celebre attore negli anni fra i Cinquanta e i Settanta e che, come Rodolfo Valentino, era partito da un paesino pugliese.
In questo paesino vivono ancora la prima moglie e la prima figlia, raggiunte in occasione del decennale della morte da un’altra vedova (la seconda moglie, questa spagnola, con la figlia e la sua famiglia) e da altre tre figlie, ognuna di nazionalità – e maternità – differente, con altrettanti nipotini. Questa riunione di famiglia di cinque nazionalità diverse è composta di rivalità e di alleanze incrociate, che per l’occasione esplodono come fuochi d’artificio.
Il film è anche un meraviglioso omaggio al grande cinema dell’epoca: la commedia anni Sessanta, l’impegno dei Settanta, dagli ‘spaghetti western‘, agli excursus d’oltralpe e a Hollywood, fino a un immaginario periodo bergmaniano, e naturalmente, all’autobiografia della stessa regista, attivista di Senonoraquando e figlia del grande Luigi Comencini.
Il film racchiude l’ultima interpretazione di Virna Lisi (a cui è dedicato il film) e, con un impianto teatrale, evidenzia piccole e grandi elementi della sensibilità e della capacità di contraddizione femminile, grazie anche a tutte le altre attrici che recitano con Lisi: l’impaccio esistenziale di Valeria Bruni Tedeschi, le nevrosi di Angela Finocchiaro, la spontaneità latina di Candela Peña, la naiveté nordica di Pilha Viitala e l’accento yankee di Nadeah Mirandai.
Al viso davvero antico – e autoironico – di Francesco Scianna è affidato il compito di interpretare l’uomo dei sogni, con un omaggio affettuoso a Mastroianni, a Gassman, ma anche a Monicelli, a Ozon, ad Almodovar.
Le donne del Latin Lover durante il film riescono però tutte a sciogliersi da questo ingombrante legame, una liberazione che farà dire alla seconda moglie, il personaggio interpretato da Marisa Paredes, che si è disfatta di una parrucca: “Ora senza uomo e senza capelli finalmente mi sento me stessa“.