Christian Dior era incredibilmente superstizioso. Da giovane trovò una stella di latta per terra fuori dall’ambasciata britannica a Parigi, pochi momenti prima di incontrare Marcel Boussac, che avrebbe poi finanziato l’apertura del suo primo atelier. Da allora non prese mai una decisione importante senza prima aver consultato maghe e indovine. Ma gli disse bene, a quanto pare. La stella a cinque punte (che oggi la direttrice artistica della maison Maria Grazia Chiuri ha deciso di incorporare in abiti e accessori in omaggio al fondatore) fa parte della mostra che il V&A organizza a febbraio 2019 per far sognare ad occhi aperti.
Ancora mi ricordo la meraviglia e lo stupore, stanza dopo stanza, della mostra su Alexander McQueen, alla quale ero andata senza nessunissima aspettaviva. Un incanto. Ora tocca a Christian Dior, lo stilista francese di principesse e dive, innamorato a tal punto dell’Inghilterra da amarne persino il cibo (e negli anni ’50 ce ne voleva del coraggio).

Princess Margaret (left), with the Duchess of Marlborough behind, presents Christian Dior with a scroll entitling him to Honorary Life Membership of the British Red Cross after the presentation of his Winter Collection at Blenheim Palace on 3rd November 1954. (Photo by Popperfoto/Getty Images)
La mostra apre a febbraio 2019 ma il V&A si porta avanti e la presenta come un evento in pompa magna. Ci sono 200 abiti e un totale di 500 oggetti tra scarpe, borse, gioielli, profumi. C’è l’abito per il 21mo compleanno della principessa Margaret, con 11 diverse gallerie tra cui The Garden (l’influenza dei fiori e dei giardini negli abiti di Dior che sosteneva che avere un buon profumo è importante come avere un bell’abito), Travels (come viaggi e Paesi hanno influenzato lo stilista), The Ballroom (e qui si può solo immaginare la meraviglia di 70 anni di abiti da sera).