Se non conosci JR, pseudonimo che viene dalle iniziali del suo nome, Jean Renè, (niente a che vedere con quello di Dallas) te ne racconto qualche storia.

È un artista francese, che gira sempre con gli occhiali da sole e un cappello in testa. E ha un’aria simpatica. Sorride spesso e sul suo instagram si definisce “artista fino a che non trovo un vero lavoro”. Ma più spesso si definisce photograffeur.
Da ragazzino trovò una macchina fotografica nella metropolitana di Parigi e cominciò a usarla, fotografando i graffitari che di notte, mettendo anche in pericolo la loro incolumità, dipingevano sui muri della città.

Ma è passato presto ai progetti di cui si occupa adesso, che hanno sempre due caratteristiche: un risvolto sociale e un formato enorme. Sul suo website, infatti, è scritto che JR ha la galleria d’arte più grande del mondo.

Fa foto, spesso di volti, le stampa in formato gigante e le attacca ai palazzi, alle strade, ai treni, coprendoli interamente.

Io l’ho visto in mostra a Parigi, anni fa, e me ne sono completamente e perdutamente innamorata.

Ora arriva per la prima volta in Italia con una mostra alle Gallerie d’Italia di Torino, chiamata Deplacè.e.s, che indaga il più grande e preoccupante fenomeno degli ultimi anni, quello dei 100 milioni di persone che, solo nel 2022, hanno dovuto lasciare la loro terra a causa di guerre, carestie, persecuzioni, disastri naturali.

JR

La mostra è stata inaugurata con una enorme processione in cui 1400 persone hanno portato in giro per Torino un “cartellone” di 45 metri con le foto di bambini rifugiati. Perché JR quando fa qualcosa lo fa sempre in grande, anzi grandissimo.

La mostra si è aperta il 9 febbraio e resta fino al 16 luglio. E va vista. Va vista. Va vista.