Ci voleva il lockdown perché Debora tirasse fuori dal cassetto la sua passione e le desse forma. L’ufficio in cui lavora curando l’e-commerce per un’azienda italiana di moda, a Torino, ha chiuso, il lavoro da casa non richiedeva un impegno continuo e assiduo, la cassa integrazione l’ha aiutata ad andare avanti e il famoso cassetto si è aperto da solo. Dentro c’era il blog di viaggi che Debora ha sempre sognato di aprire.

Per una ragazza di 28 anni occuparsi di moda per una azienda medio-grande potrebbe essere l’ideale della vita. Ma c’è un ma.
“Tutto quello che una persona si immagina sul mondo della moda o sul mondo digitale non è proprio aderente alla realtà. Certo, è un lavoro che ti permette di avere uno stile di vita meno frenetico. Il mio lavoro mi permette di stare a casa qualche volta, di sfruttare al meglio le pause che ci sono in ogni lavoro”.

Ma la moda arriva per caso nella vita di Debora. “Volevo lavorare nell’arte e del turismo, ma il mondo della moda è molto più sviluppato nel digitale e mi ci sono trovata”.

Ma alla fine il desiderio era sempre lì. Ed era viaggiare e occuparsi di viaggi. Chi non lo vorrebbe, a 28 anni?

“Ho iniziato ad aprire un profilo Instagram e a postare le foto dei miei viaggi. Mi è sempre piaciuto scrivere ma non ho mai trovato il tempo o il coraggio di aprire un blog. Ora l’ho fatto e ho visto che sta andando benino. Mi piacerebbe che diventasse un lavoro, ma chissà”.

Intanto Debora è tornata al lavoro e i viaggi sono stati relegati ai momenti di vacanza, quando ci saranno e quando si potrà tornare a viaggiare in grande. Ma il blog c’è e cammina sulle sue gambe. “Mi piacerebbe fare conoscere la mia regione, il Piemonte, che è ingiustamente messa in secondo piano rispetto ad altri posti in Italia. E poi mi piacerebbe parlare di viaggi eco-sostenibili”.

Diventare travel blogger è un sogno nel sogno. “La figura del travel blogger è ormai una figura mitologica. Vivere di questo sarebbe bello, ma mi accontento di qualcosina, di poter conoscere angoli belli a raccontarli”.

Nell’ambito dei sogni più a portata di mano, Debora ne ha un altro. “Lavorare totalmente in remoto. In Italia siamo – o meglio eravamo – un po’ indietro ma questo lockdown ha fatto capire che si può. Ci vuole del tempo, sono ancora molti che credono che lavori solo se vai in ufficio. Soprattutto nel digitale non è poi così necessaria la presenza”.

Debora ha i sogni di una qualunque ragazza della sua età. Lavorare in qualunque posto, viaggiare mentre lavora, connettersi alla rete da ogni angolo del mondo. Il lockdown le ha dimostrato che si può fare. Ora bisogna dimostrarlo al resto del mondo.