A giudicare dal suo perenne tamburellare tra la California e lo Yorkshire, David Hockney (1937) non sembra uno con le idee chiarissime. Ma la sua pittura è meravigliosa. E per abbracciarne un saggio lungo 60 anni basta andare alla Tate Britain, dove si è appena inaugurata una grande retrospettiva dedicata a uno degli artisti più famosi della sua epoca.

Hockney nasce in Yorkshire, il cui paesaggio ha influenzato grandemente la sua pittura. Poi si trasferisce a Los Angeles (1964) e comincia a dipingere piscine, palme, cieli tersi.  Troppo tersi, tanto che preso dalla nostalgia (e per restare vicino all’anziana madre) si trasferisce di nuovo nello Yorkshire, a Bridlington, dove dipinge paesaggi in tutte le stagioni e dove inizia a sperimentare la pittura con l’iPhone e l’iPad.

Poi torna in California, dove attualmente vive, tra West Hollywood e Malibu.
La sua pittura è altalenante come la sua vita, ma sempre attraversata dal colore, che riesce a essere vibrante anche quando dipinge lo Yorkshire, che di sole non ne deve vedere molto.

In questa retrospettiva c’è tutta la sua carriera: le piscine, i partner (Hockney è apertamente gay e ha molto insistito su questo aspetto nella sua pittura), i paesaggi, ma anche i ritratti, come quello di Christopher Isherwood e Don Bachardy o quello dei suoi genitori.

David-Hockney

David Hockney, Portrait of Christopher Isherwood and Don Bachardy, 1968.

La mostra della Tate ha fatto registrare un record di prenotazioni ancora prima che venisse inaugurata. Resta aperta fino al 29 maggio e vale assolutamente il viaggio fino a Londra per vederla.