Se ti trovi nel Lazio e cerchi un po’ di tregua dal caldo estivo, non perderti la scoperta di un’oasi di pace e silenzio, che preserva un autentico gioiello di architettura barocca, la Certosa di Trisulti a Collepardo, in provincia di Frosinone, a solo un’ ora di auto da Roma.
Tra boschi di querce a 825 metri di altitudine, alle falde del monte Rotonaria (Monti Ernici), alla fine di un fresco e ombroso sentiero percorribile in auto, si aprirà al tuo sguardo un edificio con un grande portone che nasconde un’inaspettato mondo di capolavori.
L’abbazia risale al 1200, attualmente ospita quattro anziani monaci benedettini e attrae moltissimi visitatori, complice l’ingresso completamente gratuito.
Con un po’ di insistenza puoi riuscire a farti condurre nella visita dal preparatissimo custode, in grado di raccontarti proprio tutto sulla Certosa e farti apprezzare le sue bellezze.
Un’ampia scalinata degradante conduce al cortile panoramico e all’ingresso della Chiesa del 1200, con portali e leggii di legno di noce finemente intarsiato a mano e splendidi affreschi. Il giardino dalle siepi perfettamente curate (da una sola persona, con gran fatica e impegno!) conduce alla famosa farmacia dei monaci di stile barocco, dai soffitti e dalle pareti finemente decorati, che ancora ospita intatti, tra le mensole ornate in oro zecchino, barattoli di piante e principi attivi con cui i monaci producevano farmaci e rimedi naturali, e scatole in legno stagionato nelle quali venivano preservate le proprietà delle preziose e rare erbe officinali.
Un ricchissimo presepe animato ospitato da quattro ampi ambienti prospettici merita di per sé una visita. La biblioteca ospita ben 35mila volumi, ma non è attualmente visitabile.
Al termine della visita, non dimenticare di fare un salto al negozio della Certosa, dove degustare e acquistare autentiche delizie artigianali, come i liquori (incluso un preparato che sembra sia…”miracoloso” per curare il mal di denti), cioccolato spalmabile extrafondente o alle nocciole, una gran varietà di tipi e formati di cioccolato in tavolette, caramelle dalle proprietà balsamiche, miele di acacia, preparati dai monaci Trappisti seguendo ricette secolari.
Se la fresca passeggiata nel bosco fa venire appetito si può pranzare, anzi, farsi coccolare il palato, nel piccolo ristorante attiguo alla Certosa che – come tiene a precisare un vistoso cartello – non utilizza panna né altri additivi nè glutammato per preparare i piatti semplici e gustosissimi che sembrano cucinati dalla propria nonna.
Qualche neo: la Certosa rischia di chiudere per la necessità urgente di costosi lavori di ristrutturazione e di manutenzione (attualmente è sotto “protezione” del FAI e fa parte del Polo Museale di Roma) e nonostante le numerose richieste non è ancora attrezzata per ospitare visitatori per la notte: sarebbe piacevole dimenticare la frenesia cittadina e ricaricare le energie trascorrendo qualche giorno in questo luogo bellissimo e silenzioso, dal sapore onirico.