E’ nuovamente Carnevale. E’ una festa ora cattolica, a cui segue la rigida e costumata Quaresima, ma è  celebrata in tutto il mondo, e  ricorda in realtà il ciclo della vita e  del suo ripetersi, la morte e la vita che nasce dalla morte, il caos e l’ordine dopo il disordine, la “ripresa del tempo al suo inizio” come scriveva Mircea Eliade nel suo splendido saggio: ” Il Mito dell’Eterno Ritorno” : “…é lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari .”
Così, all’orgia carnascialesca seguiva sempre il rigore, e al capovolgimento dell’ordine sociale e morale seguiva il nuovo vecchio ordine…ed è in questo susseguirsi che ogni cosa ha  il suo senso.

Anche noi viaggiatrici, che abbiamo voglia di celebrare una rinascita, ora che tutto attorno a noi sembra svegliarsi in una promessa di nuovo, anche noi vorremmo avere – forse – un’identità sfuggente, certo diversa da quella che  ci è propria; forse un volto differente; forse vorremmo camminare in luoghi sconosciuti, ma non estranei, accoglienti e un po’ folli.

Perchè non inseguire questi desideri,  potendolo?

Indichiamo qui perciò ben tre itinerari diversi fra loro , e diversi anche da quelli noti, non meno affascinanti –  come Venezia in Italia  o Rio in Brasile –  per proporne  altri meno consueti: in Italia, a Tenerife, in Colombia.
In Italia potremmo andare a Tricarico, in Basilicata, un luogo raggiungibilissimo eppure ignoto alla maggioranza, un motivo in più per provare, in tutta sicurezza e comodità, i piaceri del gioco e  dell’estraneità da noi stesse.

Tricarico fa parte della Federation of European Carnival Cities, è un delizioso e antico paese del sud dell’Italia, carico di storia e dall’incantevole paesaggio fra i monti lucani; ma adesso ci andremmo (magari con la promessa di tornarci ancora) per il suo Carnevale davvero unico, in cui protagoniste sono… le bestie.

Solo qui potremo assistere (e partecipare) a un rituale arcaico e magico che si fonde con quello cattolico: mucche e tori fatti da bellissimi cappelli a falda larga con foulard e ricchi veli decorati con lunghi nastri multicolori; calzamaglia (o maglia e mutandoni di lana) decorate con scialli dai colori sgargianti al collo, ai fianchi, nastri alle braccia e alle gambe. E poi i tori, i campanacci, tutti diversi, nella forma e nel suono, che danzano e mangiano, saltano e cantano, attraversano il paese fatto di ripide scale e scorci che stordiscono per la bellezza  e il loro apparire fuori dal tempo.  E li’ in mezzo, anche noi potremo pensare  davvero di essere in un luogo  in cui il tempo non c’è più, o si è fermato.

Se vogliamo fare un salto fuori dall’Europa, ma non troppo, rimanendo in un ambito del tutto occidentale e persino spagnolo, possiamo buttarci nel Carnevale di Santa Cruz de Tenerife, la  capitale delle Isole Canarie, che è nell’Atlantico, nella parte nord-occidentale dell’Africa, ma è un lembo di Vecchio Continente in un clima meravigliosamente dolce e con una popolazione solitamente rilassata .

Qui il Carnevale è uno degli eventi più spettacolari  nel mondo, attira milioni di curiosi ed è ritenuto il secondo al mondo dopo Rio de Janeiro.

Qui ci si potrà tuffare in un programma infinito, una vera “festa mobile”,  con balli dappertutto , concerti di musica locale e sudamericana, giochi di carte allestiti ovunque,  carri allegorici, serissime gare di samba per strada,  con  persone note e sconosciuti, a migliaia, che ogni giorno attraversano le strade con un costume diverso,  fino a notte inoltrata. Il Carnevale di Santa Cruz si concluderà il 25 Febbraio con “L’Entierro de la Sardina” ( è una sorpresa, vietato scoprire prima cos’è).

Se poi invece vogliamo proprio allontanarci da tutto, voliamo in America Latina,  in Colombia, a Barranquilla,  il cui Carnevale è addirittura Patrimonio dell’Umanità, e in cui potremo immergerci in un tripudio di lustrini e di paillettes, gigantesche piume sul capo e sul corpo, e osservare ovunque gli artistici tatuaggi  (asportabili!) su ogni millimetro di pelle libera ed esposta all’ ammirazione.

Qui abiti e maschere, trucco e colori riprendono  un universo di miti, personaggi eroici e bestie, attualità e  cinema, nero e bianco, schiavitù e libertà, tutto assieme, in un’ autentica, totale sarabanda caraibica, così diversa dalle  manifestazioni della nostra parte del globo, eppure così simile alla confusione, magica e felice, dei nostri sogni…
In quale Carnevale vogliamo “essere”?