Tutte, ma proprio tutte le volte che ho raccontato di essere stata a Bucarest ho visto davanti a me facce perplesse. Bucarest? Ma cosa ci sei andata a fare? Lo spiego qui, come l’ho spiegato tante volte a chi me lo ha chiesto. Ho visto Parigi, Lisbona, Vienna, Budapest, Berlino e potrei continuare. Mi piace a questo punto andare a curiosare dove altri non vanno, cercando quello che so di poter trovare, il non-scontato. Bucarest, in questo senso, è perfetta. Non ha una gran fama, ma non se lo merita. In compenso è definita ‘La Parigi dell’Est‘ senza possibilità di smentita.

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Qui capisci perché Bucarest è chiamata la Parigi dell’Est. Il palazzo è diventato un museo dedicato al musicista George Enescu. Photo Daniela de Rosa ©

 

Un po’ Parigi lo è davvero. Una Parigi in piccolo, con gente sicuramente meno elegante e molto più povera, che sta rialzando la testa dopo averla tenuta abbassata tanto tempo per colpa di un folle. E per capire un po’ meglio la storia di questo Paese, e di questa città, mi sono fatta accompagnare dalla giovane curatrice Irina Ungureanu che si è occupata della parte relativa alla Romania nel progetto Imago Mundi e che mi ha mostrato il bello e il brutto della sua città.

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Ma a chi viene in mente di costruire un palazzo con 1000 stanze? Photo: Daniela de Rosa ©

Non so se metterlo nel bello o nel brutto, il Palazzo del Parlamento. Di sicuro è un progetto megalomane come pochi altri.  E’ il palazzo più grande d’Europa, il secondo più grande al mondo dopo il Pentagono, il più pesante, misura 330.000 metri quadrati e ha 1000 stanze. Altri record? Probabilmente quello dal quale nessuno sa come uscire dovesse rimanerci chiuso dentro. Lo ha voluto Nicola Ceausescu, il dittatore sanguinario che ha affamato il suo paese per costruirlo e si è preso un quinto della città per metterci le fondamenta. Oggi il parlamento ci sta comodo comodo, molte delle stanze son inutilizzate e comunque costa qualche milione all’anno per il suo mantenimento. In un Paese che di soldi non ne ha molti. No comment.

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L’entrata del Museo Nazionale. Photo: Daniela de Rosa ©

Piata Revolutiei è l’altro volto della città, quello della protesta. Una piazza immensa dove nel 1989 i rumeni si sono ribellati al comunismo.

La città vecchia è stata abbandonata a se stessa per anni, ma ora, restaurata con attenzione, è la parte più caratteristica e divertente della città. Niente grandeur qui, ma strade strette, di acciottolato, piccole birrerie, localini pieni di giovani.

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Piene di atmosfera, le birrerie del centro storico di Bucarest. Questa si chiama Caru Cu Bere ed è tra le più famose. Photo Daniela de Rosa ©

E qualche chiesa veramente affascinante. Come quella di Stavropoleus, tutta decorata, una meraviglia.

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La chiesta di Stavropoleus è stata costruita da un monaco greco nel 18mo secolo

Basta fare una passeggiata nel centro per trovare palazzi davvero meravigliosi, che magari hanno visto giorni migliori ma che meritano ben più di un’occhiata.

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Palazzi eleganti. Lo diresti che è Bucarest?

O chiese smaglianti nel loro candore.

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Questa chiesa ortdossa, nel centro della capitale, è cosí bianca che sembra passata in candeggina

E a due passi dal centro (ci si arriva in taxi con pochi euro, sempre che il tassista non faccia il furbo), c’è il Museo Dimitrie Gusti, dove trovi in pochi ettari tutte le architetture della Romania, le case di legno, le chiese dipinte. Un viaggio nel viaggio in mezzo a un parco.

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In un solo parco si possono vedere tutte le architetture rumene

Non ho parlato di ristoranti. Diciamo che se sei vegetariana Bucarest non è esattamente il posto per te. Ma ti assicuro che dal punto di vista folkloristico è una delle città in cui cibo e divertimento – e con questo intendo la musica, i suonatori, le proprietarie dei ristoranti, i camerieri – si fondono in modo perfetto. La Locanta Jaristea è stata una delle esperienze più divertenti di tutto il viaggio.

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La proprietaria della Locanta Jaristea controlla l’uscita di tutte le portate