Non so come la pensiate sulle nomine di direttori stranieri nei musei italiani. Ma io ne sono felicissima.
Girando molti musei, in Italia e all’estero, noto che la differenza c’è, eccome. Avremo anche le opere d’arte più famose al mondo ma i nostri musei non sono sempre luoghi accoglienti, che ti fanno venire voglia di andare e, magari, ritornare. Credo quindi che direttori stranieri, con un piglio più manageriale dei nostri, non possano che fare bene ai musei nostrani.
A Brera, da settembre, arriverà James Bradburne, anglo-canadese con un passato ad Amsterdam, Francoforte e Firenze, dove ha diretto Palazzo Strozzi per cinque anni.
Perchè ha scelto di candidarsi per Milano?
Milano era la mia prima scelta. Ha una collezione tra le più belle al mondo e mi piacerebbe che fosse valorizzata e attirasse più persone possibile.
Qual è la prima cosa che farà appena arrivato a Brera?
Parlerò con il mio team. O meglio, lo ascolterò. Ci sono molte cose che devo sapere e imparare. Cercherò di capire tutti gli aspetti di un luogo come Brera, una realtà complessa. La seconda cosa che farò poi sarà cercare di rendere una visita alla Pinacoteca di Brera un’esperienza indimenticabile, rendendo l’ambiente il più confortevole possibile. Non posso rendere un Raffaello più bello di quanto sia, ma posso rendere il contorno più interessante. Vorrei che i milanesi tornassero a visitare la loro collezione, non solo che affollassero le mostre temporanee.
Lei ha lavorato ad Amsterdam, Francoforte, Firenze. Qual è l’esperienza che le ha dato di più?
Tutte mi hanno dato molto ma Palazzo Strozzi è stato un laboratorio interessante, era una scatola vuota che abbiamo riempito di contenuti.
Qual è il Paese europeo che meglio valorizza la cultura, secondo lei?
L’Olanda, senza dubbio. Anche in UK lavorano bene, ma gli olandesi sono i migliori e sono stati i primi a capire l’importanza dell’autonomia.
Quale futuro museo vorrebbe avere nel suo cv?
Non sono più tanto giovane (Bradburne ha 59 anni, ndr) e sognavo da anni una grande collezione. L’ho avuta adesso. Brera per me è il museo perfetto.
È vero che nel suo tempo libero scrive libri per bambini?
È vero, ma anche questo fa parte del mio lavoro. Attraverso le mie storie voglia avvicinare i bambini all’arte. Il pubblico delle famiglie mi interessa moltissimo.