Le calde e luminose giornate estive che rivivo in questi giorni invernali, sembrano ormai qualcosa di inafferrabile e lontano, tanto che la loro esistenza mi appare velata dai contorni di un sogno il sogno “bijoux” di una notte di mezza estate salentina e William Shakespeare non me ne voglia.
Ispirata da suggestioni amorose, alcuni mesi fa mi sono spinta appositamente in questo angolo di mondo che è il Salento, una terra che finisce nel mare e non conduce in nessun altro luogo. Il Salento è anche un fil rouge fra sole, mare, vento e arte e all’apice di questo invisibile “filo di Arianna” sono giunta nella fascinosa Lecce, la meta del mio “Bijoux tour” nel sud barocco. Lecce vive nelle sue scenografiche oasi di bellezza dove ci si abbandona senza orologio al vociare delle strade, al dehors dei caffè e all’anima eclettica delle sue architetture. A Lecce ci si perde in un dedalo di viuzze approfittando del silenzio surreale delle prime ore del pomeriggio e basta alzare lo sguardo per essere sorpresi da uno spicchio di cielo turchese e da esuberanti decorazioni barocche di puttini, fiori e foglie che sembrano agitate dal vento, fino a perdere totalmente l’orientamento.
II laboratori artigianali e qualche piccolo atelier regalano piacevoli soste tra artigianato, mostre di artisti locali e naturalmente sfiziosi gioielli e accessori “chic ma non cher”.
Seguendo una delle tante stradine, che come tanti racconti si dipanano, si scopre la magia atemporale che ha stregato Ferzan Ozpetek, regista che all’inizio dell’estate vi ha ambientato alcune scene del suo nuovo film “Allacciate le cinture” e ARTEFARE, un magico e suggestivo atelier in Via Petronelli, 14 che mi ha letteralmente stregato con i suoi raffinati e colorati monili di cartapesta occhieggianti dalle sue vetrine. La cartapesta, tipico manufatto dell’artigianato salentino, è un materiale povero lavorato con carta straccia e colla d’amido, utilizzato originariamente fin dal Seicento in molte botteghe artigiane per produrre statue religiose popolari ad uso devozionale e pensando proprio alla povertà del materiale, si può ammirare ora il livello di raffinatezza raggiunto dalla capacità creativa degli artigiani anche nel settore dei bijoux. I due artisti di Artefare, Gianni de Carlo e Pinuccia Petruzzelli, eredi della tradizione culturale leccese, propongono monili riproducendo il bello che c’è in natura, senza copiarlo ma rendendolo semplicemente evocativo: stelle marine, pesciolini, ricci di mare, conchiglie, foglie in cartapesta che gridano alla bellezza, originalità e.
In questo atelier la cartapesta non è la sola protagonista, ma anche la pietra leccese in un contiguo spazio dedicato. I due designer-scultori Massimiliano De Giovanni e Ilaria Dell’Onze trasformano semplicemente la natura della pietra in lampade, portacandele, vasi, piatti, monili, dalle linee morbide e sinuose, oggetti unici ed irripetibili che esprimono armonia, movimento e leggerezza. Intriga la loro collezione di monili, pezzi singolari per la loro semplicità ed eleganza e l’idea che la scultura possa essere indossata sotto un nuovo aspetto, snatura la stessa pietra.
La mia piacevole passeggiata nel mondo del design e artigianato di qualità procede in Via Palmieri 20 entro in un interessante negozio/laboratorio: TONDA DESIGN e, sì, confesso candidamente di non aver resistito all’acquisto di un anello in alluminio dalle linee pulite ed essenziali (molto raffinato!), scelto da una collezione di gioielli esposti, lucenti di riflessi metallici, suggestivi alla stregua di un paesaggio lunare. Naturalmente, ho poi colto l’occasione per fare la conoscenza della designer Melinda Massaro che mi ha parlato della sua attività creata assieme a Tonio Pede. La collezione “Alluminio” è nata per gioco, modellando e sagomando piccoli pezzi di scarto di alluminio industriale e poi si è arricchita nel tempo di numerosi modelli, spaziando dall’anello alla collana senza tralasciare piccoli complementi d’arredo come lampade e orologi. Melinda Massaro e Tonio Pede, a dir il vero, sono attratti da ogni forma di design e da ogni tipo di materiale, come ad esempio la cartapesta, ma anche particolari tipi di resina, purchè siano plasmabili a loro piacimento nelle forme e abbinamenti cromatici. Producono tutto interamente a mano, convinti e consapevoli ora più che mai del valore indotto dalla sapienza artigianale che fortunatamente sta vivendo un nuovo Rinascimento.
Versole cinque della sera, attirata dalla magnifica luce dorata del sole che inondava la facciata in pietra leccese di un palazzo in Via Palmieri 9, varcavo invece con piglio trasognato la soglia di ARTEGO, originale progetto creativo di Gianfranco e Oronzino Conte. Si lasciano alle spalle i rumori di fondo del vivace centro storico e si entra in uno spazio che ospita autentici mondi creativi, il bianco alle pareti domina sovrano come sinonimo di purezza inscalfibile, garanzia di una bellezza da fermare oltre lo scorrere del tempo e il legno del pavimento accoglie i passi del visitatore, invitato a perdersi fra gli oggetti esposti, attraverso odori, forme e luci e raccogliere così i racconti degli artisti e artigiani salentini, accomodati nelle stanze di questo negozio di “storie”. Sì, io mi sono persa fra specchi di luci, ciotole colorate come tavolozze occhieggianti dal cassetto di un tavolino, saponi naturali su foglie di fico d’india, creature bizzarre, ognuno di loro mi sussurrava all’orecchio la propria fantasiosa trama. In una nicchia ho fatto un magico incontro con alcuni gioielli in cartapesta, assai arduo non restare sedotte dal fascino discreto e intrigante delle creazioni “Magma Jewels”. Dietro questi gioielli pieni di poesia ci sono due designer salentine Francesca Mazzotta e Pamela Maglie che si raccontano attraverso la voce del vento fra le fronde, il fascino di una conchiglia o di un rametto di corallo rosso ritrovati sulla spiaggia. Ogni gioiello è un pensiero di cartapesta e elementi naturali che si ricompongono in una forma ed è il movimento a liberarlo dall’immobilità, nasce da un’emozione per ridare un’emozione. Semplicità apparente ma allo stesso tempo profonda ricerca e studio dei dettagli.
E che dire degli anelli in ceramica dell’artista Andrea Saponaro ispirati alla bella ed intrepida contessa di Lecce, principessa di Taranto e poi regina del Regno di Napoli “Maria d’Enghien”, vissuta nella prima metà del XV secolo? Questa donna di grande fascino combatté le sue battaglie usando tutte le armi fino ad ottenere sempre ciò che le stava a cuore senza mai arrendersi di fronte all’inesorabile procedere della storia. Fu donna e mito dell’eterno femminino e ammirando gli stupendi ricami barocchi di questi anelli che sembrano usciti da un atelier di alta sartoria, vien da sé farne dei feticci personali.
E ora magico effetto “dissolvenza”, le immagini sfumano lentamente e mi materializzo in un altro suggestivo angolo di Lecce: Piazzetta Riccardi n° 6, dove mi appare la bottega-laboratorio di CARMEN RAMPINO.
“Sono solo un foglio di carta, quello che vedi… Carta, colla e fantasia, con un’anima di paglia e filo di ferro posso diventare un angelo, oppure una sposa, un guerriero, una sirena, un fiore… Tutto si lega insieme, prende anima e forma, un foglietto alla volta e la carta che hai tra le mani si muterà, con colla e colore in tessuto di seta o petali di rose… La magia è nelle mani, io sono solo carta…” Righe trasognate e intrise di poesia che ho letto e sfogliato nel suo sito web e che rappresentano il suo migliore biglietto da visita. La primavera di Botticelli è uscita alla chetichella dagli Uffizi per riapparire nel laboratorio di Carmen Rampino e sbocciare in un variegato bouquet floreale. Eccoli in fila, iris, rose, calle, orchidee e altri meravigliosi orecchini-fiore e collane in cartapesta, uno dopo l’altro, come in un’art gallery da visitare. Fra fantasie floreali non resta che piegarsi ad un’impronta fiabesca e sintonizzarsi sulla frequenza romantica di un bijoux senza tempo.
A poca distanza dai fasti del barocco, una sognatrice contemporanea come me non poteva resistere all’irresistibile richiamo di DAF DESIGN, un delizioso negozio di borse, sciarpe, parei e bijoux, scoperto in Via Monte S. Michele, 18. Inconfondibili oggetto del desiderio, le borse Daf Design sono realizzate in velluto, tessuto broccato, lino, cotone, tramite una sapiente lavorazione artigianale “made in Salento”. Borse morbide e capienti per il giorno, preziose e mignon per la sera, dove poter nascondere all’occorrenza un prezioso lipstick, fruscianti sciarpe colorate per sentirsi una novella Isabella Duncan e. Un viaggio verso un luogo magico in cui la protagonista è una donna romantica dallo stile ricercato, un po’ retrò e ultra femminile.
“L’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi. Resistete e la vostra anima si ammalerà di nostalgia…” (Oscar Wilde).
Ed io volentieri ho ceduto…