‘La creazione artistica è un atto di resistenza, liberazione e generosità’. E la 57ma Biennale di Venezia (13 maggio 26 novembre), curata da una donna, Christine Macel, si preannuncia come una biennale ‘umana’, terreno di riflessione e libertà, un giardino da coltivare, uno spazio di libertà, per usare le parole della curatrice.

Ci saranno 81 partecipazioni nazionali (con quattro Paesi debuttanti, Antigua e Barbuda, Kiribati, Nigeria e Kazakhstan), la mostra Viva Arte Viva fatta di nove capitoli (nove padiglioni indipendenti) con 120 artisti, 103 dei quali partecipanti per la prima volta alla Biennale.

Griffa G_Canone aureo 868_Photo Giulio Caresio © Archivio Giorgio Griffa

Griffa G_Canone aureo 868_Photo Giulio Caresio © Archivio Giorgio Griffa

I nomi dei padiglioni sanno di gentilezza, creatività, sogno: il Padiglione degli Artisti e dei Libri, il Padiglione del Tempo e dell’Infinito, il Padiglione delle Gioie e delle Paure, il Padiglione dei Colori, il Padiglione degli Sciamani, il progetto Unpacking my Library ispirato al saggio di Benjamin Britten, dove gli artisti sono invitati a compilare una lista dei loro libri preferiti: tutto questo sa di testa e mani femminili, almeno a me.

Black Karla_Verb_Photo © Ronnie Black

Black Karla_Verb_Photo © Ronnie Black

Il resto sono i Padiglioni Nazionali ai Giardini o sparsi per la città. Il numero di Paesi che partecipano alla Biennale cresce ogni anno e lo spazio di esposizione diventa vitale in una città dai confini liquidi.
Il periodo della Biennale è anche l’occasione per aprire tutti i possibili salotti e gallerie e organizzare l’organizzabile. Le mostre alternative e gli eventi non si contano. Un’ottima occasione per organizzarsi un weekend di arte. Macchina fotografica, scarpe comode e tanta tanta curiosità.