Mattel lancia la bambola down. Nuovo passo verso l’inclusività.
Barbie, l’iconica bambola creata nel 1959, ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo di immagini positive del corpo e fiducia tra le ragazze. Anche troppo. Perfetta, alta, magra, truccata, bellissima, ha influenzato il modo di essere delle bambine dalla sua fondazione. Chi non voleva essere una Barbie.
Quando Mattel però si è accorta che così non si andava incontro alle esigenze di inclusione della società contemporanea – e che le bambine non sempre riusciranno a essere delle Barbie, finendo per sentirsi frustrate – è corsa ai ripari.
Prima la Barbie nera, poi la Barbie stem, la Barbie attivista, la Barbie non più magrissima, ora la Barbie con la sindrome di down. è ancora in pre-ordine, ma fa parte delle Barbie fashionistas, che includono una Barbie con una gamba prostetica, una in sedia a rotelle e una, lanciata nel 2017, che indossa un jihab.
La Barbie down è stata studiata in accordo con la National Down Syndrome Society (NDSS) negli Stati Uniti, il cui chief executive, Carol Boys, ha affermato che “finalmente i bambini down potranno giocare con qualcosa che gli assomigli”.
Ha un vestitino con le maniche a sbuffo decorato di farfalle gialle e blu, i colori associati alla sindrome di down.
Ho giocato con la Barbie per anni. Non sono mai stata bionda e slanciata come la mia bambola, e nemmeno ho mai avuto vestiti così eleganti. Personalmente, però, non mi sono maio sentita esclusa da quel mondo fatto di gambe snellissime e vitini da vespa. Ero felice di avere una bambola bella che mi trasportava in un mondo perfetto, anche se inesistente. Forse è questo che dovrebbero fare i giochi.
E tu, cosa pensi della Barbie con la sindrome di down? Credi che aiuti l’inclusione?