Anni fa avevo un vestito rosso corallo. di cotone, di qualità molto media. Ogni volta che lo indossavo, però, tutti (ma proprio tutti) mi dicevano quanto stessi bene. Il rosso corallo non è un colore che io frequenti molto. Ma so, da allora, che mi dona. Ecco, questa è l’armocromia. Scegliere per abiti e makeup colori che ci armonizzino con noi, con il nostro incarnato, con i nostro occhi, con i capelli e così via.

Mi stupisce il polverone che è stato fatto dall’articolo uscito su Vogue Italia in cui Ellie Schlein, che è giovane, ha una carica che la porta sotto gli occhi di tutti e presumibilmente ha poco tempo, ha candidamente ammesso di usare una esperta di armocromia per scegliere i suoi abiti.

È venuto giù il mondo. Alcuni patetici maschi bianchi di cui parla Andrea Batilla su instagram, hanno confessato di non sapere cosa fosse l’armocromia. Alcune patetiche femmine bianche hanno rincarato la dose, dicendo che tanto Ellie Schlein è brutta e resta brutta anche con i trench armonici.

Ma che discorso è Silvia Frisone, esperta di Armocromia? 

L’Armocromia è uno strumento fondamentale, perché ci aiuta a identificare i colori amici. Colori che stanno bene con il nostro incarnato e i nostri colori, occhi capelli. Il vantaggio dei colori amici è risultare più freschi, luminosi e più giovani. Indossando colori che ci stanno bene portiamo l’attenzione sul nostro viso e la distogliamo dall’abito che indossiamo. Quindi diventiamo noi i protagonisti e riusciamo a comunicare con maggiore efficacia.

Quante persone sono consapevoli di questo?
Sempre di più. E se è vero che sono le donne più attente ad armonizzare quello che portano con il loro viso, gli uomini sono sempre più frequenti.

Per capire quali sono i nostri colori-amici abbiamo sempre bisogno di un professionista?
Diciamo che abbiamo un istinto innato verso i colori. O perlomeno qualcuno ce l’ha e tende a indossare colori che gli stanno bene. Ma molti si fanno influenzare dalla dalla moda, dalla commessa che trovano e finisce per comprare qualcosa di sbagliato. Invece imparare ad ascoltarsi sarebbe importantissimo. Non sempre quello che va di moda è quello che ci valorizza.

Parliamo di abiti?
Non solo di quello, ma anche di trucco, accessori, capelli, occhiali, orecchini, collane. Tutto parla di noi.

Come ti sei avvicinata all’immagine?
Nel 2012 ho frequentato un’accademia della moda per farne una professione. L’armocromia era il primo dei passaggi da affrontare, conoscere e studiare. Il colore è uno dei primi fattori che colpiscono. Ma non c’è solo quello. Ci sono lo stile, il modello, il tessuto. Tutte cose che si devono armonizzare al nostro fisico, alla nostra figura e anche al nostro ruolo.

Secondo te Ellie Schlein ha fatto bene a rivolgersi a una professionista e a dirlo?
Schlein ha fatto molto bene, sia a farlo che a comunicarlo. Purtroppo ci si accanisce contro le persone e questa cosa è stata fortemente criticata. Mi sono accorta che andare dal consulente di immagine è come andare dallo psicologo. Si tende a tenerlo nascosto, a non dirlo. Ho clienti che mi chiedono l’anonimato. Come se si trattasse di ammettere di non avere buon gusto e doversi quindi affidare a un professionista. In realtà non è così. Anzi, sono proprio le persone di gusto, quelle più attente, quelle con stile, che si rivolgono a me. Per affinare stile e buon gusto, non necessariamente per impararlo.

Qual è il profilo ideale del o della cliente?
La maggior parte sono donne dai 30 ai 60 anni, acculturate, che non puntano solo ad acquistare capi alla moda ma vogliono valorizzarsi. Hanno un ruolo, spesso una professione di rilievo e vogliono comunicare con la loro presenza. Oppure hanno intrapreso una fase di cambiamento nella loro vita e vogliono valorizzarsi.

Silvia Frisone è consulente di immagine. La trovi su instagram e facebook.