Benvenute alle domeniche di gita, che permettono di scoprire cose a cui non si aveva pensato. Mentre ero a Venezia, sono andata a vedere la mostra Io, Canova, genio europeo al Museo Civico di Bassano. Buona, ottima idea. Non solo perché Bassano è una cittadina bellissima, ricca, pulita, vivace.
Ma perché la mostra merita, soprattutto se pensi – come pensavo io – che Antonio Canova, di cui ricorre quest’anno il duecentesimo anniversario dalla morte, sia uno scultore un po’ noioso, un po’ troppo classico e lontano dal nostro sentire.
La mostra consiste di tre sale (quindi non grandissima), per un totale di 140 opere, e ti fai accompagnare da una guida, scaricabile gratuitamente, in cui la direttrice del Museo, Barbara Guidi.
Canova è nato a Possagno (TV) e ha iniziato come umile scalpellino, istruito in questo mestiere dal nonno, dato che il madre era mancato quando Antonio aveva quattro anni e la madre si era risposata piantando in asso il figlioletto. Come sia diventato lo scultore più ricercato d’Europa e come sia stato richiesto da ricchi e reali di Francia, Inghilterra e Russia lo spiega bene la mostra.
La sua grande passione erano i classici greci e romani, che collezionava. Il suo ideale di bellezza era altissimo. Quella bellezza che vediamo nelle stature greche, che mi incantava ai tempi del liceo. La sua dedizione al lavoro assoluta, tanto che sviluppò una malattia professionale, dovuta alla pressione di un particolare tipo di trapano sull’addome, che lo portò alla morte, avvenuta a Venezia nel 1822.
Data la sua immensa fama, l’allora direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia volle che al corpo fosse tagliata la mano destra, che aveva creato tanta bellezza, per essere esibita e conservata all’accademia.
Se sei in Veneto o progetti di andarci vale la pena anche andare a Possagno, dove c’è la Gipsoteca dedicata a Canova.
A Parigi, al Louvre, c’è una delle sue sculture più conosciute e amate, Amore e Psiche.
Mentre altre opere sono invece vicino a me, al Victoria e Albert Museum, come per esempio Le Tre Grazie.
A Venezia, al Museo Correr, il fotografo bassanese Fabio Zonta dà una sua interpretazione delle sculture canoviane.
Quanto alla mostra di Bassano, vogliamo parlare della abilità dello scultore nel rendere l’anatomia umana? The devil is in the details.