Il 2/2/22 è una data palindroma. E importante per l’Irlanda. Ricorrono infatti esattamente 100 anni dalla prima pubblicazione dell’ Ulysses di James Joyce e 140 dalla nascita dello scrittore. Compleanno doppio e da festeggiare a Dublino, la città di Joyce che amava anche di amore appassionato l’Italia e in particolare Trieste.
Proprio a Trieste, città che amò moltissimo e in cui visse quasi ininterrottamente tra il 1904 al 1915, lo scrittore iniziò a redigere il suo capolavoro, testo molto “italiano” e ponte ideale tra Trieste e Dublino.
L’Ulysses si svolge in un solo giorno, il 16 giugno 1904, Bloomsday. In tutto il mondo – almeno dove ci siano irlandesi a ricordarlo – si usa vestirsi in stile edoardiano e quest’anno, in occasione del centenario, visitare Dublino per Bloomsday sarà ancora più insolito.
Chi volesse avvicinarsi all’Ulysses (che non è una passeggiata, ammettiamolo) può farlo attraverso i luoghi dublinesi e le sue ambientazioni, seguendo un itinerario dettato dal caso e dalla fantasia, così come suggerito dallo stesso libro. Visto, però, che un punto di partenza lo si deve mettere, luogo ideale è il museo MoLi (Museum of Litearture Ireland), aperto recentemente e dedicato alla letteratura irlandese (che, Joyce a parte, di grossi nomi, tra cui quattro Nobel, ne ha diversi). Il MoLi custodisce la copia numero 1 del romanzo di Joyce.
Il MoLi è, oltretutto, uno spazio di grande bellezza, uno spazio contemporaneo, interattivo e giocoso, costruito dentro un edificio storico in pieno centro, sede originaria della University College of Dublin, dove ha studiato proprio Joyce. Nel giardino segreto sul retro è presente il frassino presso il quale lo scrittore si fece fotografare in occasione della laurea insieme ad altri studenti. Oltre all’Ulysses, di Joyce, il MoLi custodisce anche quaderni e lettere e ha una web radio che trasmette h24.
Un altro indirizzo da mettere in agenda è la National Library, con la sua bellissima sala a cupola dedicata alla lettura, rimasta uguale rispetto a quella del libro. Menzionata in “Ritratto dell’artista da giovane”, era un luogo di ritrovo, studio e confronto tra l’autore e i suoi amici. Contiene i manoscritti di Joyce e di altri autori irlandesi, come Colm Toibin, Roddy Doyle, Edna O’Brian, Seamus Heaney, W.B. Yeats.
Poco lontano, sempre in pieno centro, si trova l’incrocio tra Molesworth Street e Dawson Street. Leopold Bloom in questo esatto punto incontra un cieco e lo aiuta ad attraversare la strada, descrivendone gesti e atteggiamenti in maniera poetica. L’incontro tra i due è ricordato da una placca commemorativa sui cui sono incisi alcuni passaggi del libro. In prossimità dell’incrocio è situata St. Ann’s Church (costruita nel 1720), famosa perché ha delle vetrate meravigliose e più numerose che ogni altra chiesa di Dublino). In questa chiesta si sposò Bram Stoker (nel 2022 sarà anche il 125° anniversario del suo Dracula) e nella stessa parrocchia, nell’ex St. Mark’s Church, venne battezzato Oscar Wilde, come dimostrano i documenti contenuti nell’archivio della chiesa.
AA questo punto può essere ora di mangiare. Ovviamente nel pub Davy Byrnes, in cui Leopold Bloom pranza con il famoso panino al gorgonzola, accompagnato da un bicchiere di Borgogna. L’arredamento e lo stile del locale sono cambiati, ma l’eco degli avvenimenti del romanzo è ben presente con una sala interna dedicata a Molly Bloom. Puoi assaggiare lo stesso panino di Leopold Bloom, presente da sempre nel menu. Oppure saltare il pranzo e darti allo shopping nella via dei negozi Grafton Street (percorsa da Bloom pensando a un regalo.
Se ami i luoghi che hanno attraversato indenni gli anni portandosi dietro il loro bagaglio di oggetti e la loro atmosfera, devi vedere la (ex) farmacia Sweny’s, dove Leopold compra per Molly la saponetta al limone. Non è più formalmente una farmacia, ma è un’emozione entrarci: gli scaffali sono quelli originali, così come i flaconi dell’epoca. Una collezione deliziosamente disordinata di memorabilia fa bella mostra di sé, così come moltissimi volumi con quasi tutte le traduzioni in varie lingue del romanzo, perché la ex-farmacia è diventata un vivace circolo letterario, gestito dall’istrionico PJ Murphy che spesso saluta chi entra con una canzone in gaelico accompagnata dalla chitarra. Oltre ai libri si può acquistare la famosa saponetta.
Il Trinity College è un luogo imprenscindibile. La sua Long Room è piena di libri antichi e busti o davanti al celebre Book of Kells, manoscritto miniato del IX secolo e imitando Leopold viene voglia di viverci. Joyce non ci studiò mai, non avendo ricevuto una raccomandazione dalla chiesa. Da vedere la Berkeley Library, capolavoro architettonico in stile brutalista, immortalato dalla serie tratta da “Normal People”, il libro di enorme successo di Sally Rooney.
I luoghi dublinesi legati al romanzo sono moltissimi: il National Museum (Bloom vi si nasconde per evitare incontro con l’amante della moglie), The National Art Gallery, l’imponente edificio della Bank of Ireland e il centralissimo parco urbano St. Stephens’ Garden, vero luogo di culto per i dublinesi, a un passo dal MoLi, in cui passeggiare, leggere un libro, fare jogging o stare all’aria aperta.
Oltre a questi, due indirizzi meritano sicuramente una tappa più lunga: il James Joyce’s Centre, raggiungibile se si vuole fare una camminata un po’ più lunga, attraversando il fiume Liffey, magari percorrendo un altro luogo joyciano come O’Connell’s Bridge. È nell’edificio di fine ‘700 dove era presente la scuola di danza di Denis j. Maginni, dandy citato nel libro e noto insegnante di danza dell’epoca e contiene anche la porta del numero dell’edificio dove inizia e finisce il romanzo, che si trovava al civico 7 di Eccles Street, purtroppo abbattuto per una ristrutturazione degli anni ’60 della zona. Non lontano, sempre sul lungo fiume, lungo la famosa Bachelor’s Walk, percorso da Bloom, c’è un piccolo luogo magico come Winding Stair Bookshop & Cafè, sorto dove si trovava la casa d’aste Dillon, presente nel libro.
Volendo percorrere i luoghi di Joyce appena fuori Dublino, con pochi minuti di treno si raggiunge Sandycove, dove sono ambientate le scene iniziali del libro e in cui è presente la Martello Tower: nel romanzo ci abita Dedalus e Joyce ci trascorse realmente qualche notte nel 1904. La torre è anche un museo e un luogo di pellegrinaggio del Bloomsday (giorno in cui in tutto il mondo si festeggia il 16 giugno dell’Ulysses). Ideale per una passeggiata e un pranzo in riva all’oceano è Dalkey, cittadina in cui insegna Dedalus e oggi scelta come rifugio a un passo dalla capitale da molti VIP, tra cui Bono. Indirizzo raccomandato per atmosfera e cucina, il Pub Finnegan’s .
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